domenica 22 giugno 2008

IL CALCIO "EUROPEO"


Il calcio che unisce e rafforza le identità
Ieri sera, nella prima calda serata d'estate, ho fatto un giro tra i bar e le caffetterie di Mitrovica nord. Piene come al solito e con una leggera musica di sottofondo, il Dolce Vita, così come Incognito, trasmettevano su schermi ultrapiatti la partita della serata: Olanda-Russia. Non ho seguito la partita, intento com'ero a sorseggiare la mia fredda jelen pivo; lo facevo a tratti quando le urla degli spettatori interrompevano la mia conversazione. L'affinità politica prima che culturale con la "madrepatria" Russia è un dato assodato per i cittadini serbi, a maggior ragione per quelli che vivono in questo posto per i motivi che tanto conosciamo. Icone dello zar Putin, adorato come un santo, ricoprono varie pareti in luoghi pubblici e non. Anche il calcio può essere un ottimo collante in tal senso.
Una partita emozionante a detta di Naser che dopo un equilibrato 1-1 dei primi novanta minuti di gioco, si è trasformata, nei tempi supplementari, in una grande vittoria per i russi che hanno chiuso il match con 2 gol di scarto. Grande entusiasmo si è subito sprigionato tra la gente, cori di gioia e sorrisi energici uscivano dai volti degli spettatori. Ho subito capito quanto avessero sofferto nei primi 45 minuti e quanto sentivano propria questa partita.
Non pensavo tuttavia che l'entusiasmo potesse arrivare a tanto. Una decina di macchine, piene di ultras si sono ritrovate a festeggiare per le stradine di Mitrovica la vittoria della Russia. Macchine, taxi, pugni alzati e bandiere serbe a fare da sfondo a questo euforico primo giorno d'estate. Tra la parata di macchine ho visto anche un bel jeepone bianco, vetri scuri e le quattro frecce accese, targa UN 25166.

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