martedì 30 novembre 2010

I PRIMI FILES DI WIKILEAKS SUL KOSOVO


I files che WikiLeaks si è apprestato a diffondere sul suo sito hanno coinvolto una mole rilevante di paesi.  Tra i 250 mila documenti viene menzionato anche il Kosovo che, per quanto geograficamente periferico e poco esteso, riveste un ruolo rilevante nella politica estera delgli Stati Uniti, impegnati in prima linea nello scacchiere balcanico. Molti dichiarano che i documenti sul Kosovo siano 688 e ricoprino un periodo che va dal 1996 al febbraio del 2010. Al momento sono soltanto tre i documenti pubblicati. Nessuno compromettente.
Il primo racconta dell'incontro avvenuto nel mese di settembre del 2009 tra il vice Segretario americano Phillip Gordon e il diplomatico francese Jean David Levitte, ex ambasciatore francese negli Stati Uniti e consulente diplomatico del capo dello Stato francese per l'organizzazione e la pianificazione di summit internazionali.  Nel rapporto il diplomatico francese informa il collega americano dei problemi che la missione Eulex sta affrontando con il governo del Kosovo e i suoi cittadini che hanno mal digerito la firma di due protocolli con la Serbia. Gordon afferma, invece, come si dovrebbe dare più enfasi sulla natura tecnica di questi due protocolli e che, come tali, non comprometteranno l'indipendenza del Kosovo. Una critica da parte di Levitte arriva anche all'indirizzo del Ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, colpevole, a suo giudizio, di fare solo grandi promesse e nulla per incoraggiare il ritorno dei serbi nel Kosovo.

KOSOVO AND SERBIA
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Wednesday, 16 September 2009, 07:34
S E C R E T SECTION 002 OF 004
4. (C) PARIS 00001254
Levitte noted that the EULEX mission is having diplomatic problems with the Kosovar government and public after signing two technical protocols with Serbia. They are hoping to ensure continued calm as Kosovo heads into municipal elections. A/S Gordon stated that the Kosovars will have to accept the protocols but that it should be clearly explained that these are technical agreements that have no impact on Kosovo's independent status. Levitte also criticized Serbian FM Jeremic, saying that he is doing nothing to encourage Serb return or participation in Kosovo's government. Levitte noted that Jeremic "makes big promises" every time he comes to France, but doesn't follow through. Levitte no longer meets with him and does not consider him to be the "modern face of Belgrade" that he purports to be.


Un secondo files, datato 29 gennaio 2008, è partito dall'Ambasciata americana di Berlino all'indirizzo del Dipartimento di Stato americano a Washington ed ha come oggetto l'nteresse alla collaborazione tra Germania e l'America sullo status del Kosovo.

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KOSOVO: Close Cooperation 
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VZCZCXYZ0000
OO RUEHWEB
DE RUEHRL #0122/01 0291625
ZNY SSSSS ZZH
O 291625Z JAN 08
FM AMEMBASSY BERLIN
TO RHEHNSC/NSC WASHINGTON DC IMMEDIATE
RUEHC/SECSTATE WASHDC IMMEDIATE 0334
INFO RHEHAAA/WHITE HOUSE WASHINGTON DC IMMEDIATE
RUEKJCS/SECDEF WASHINGTON DC IMMEDIATE
RUEAIIA/CIA WASHINGTON DC IMMEDIATE
 
10. (C) We discern very little daylight between the 
Chancellor and Steinmeier on Kosovo, and there is keen 
interest in working closely with the U.S. to resolve status 
and seal the EU's leadership role.  While the Bundestag will 
engage in intensive debate following an anticipated 
coordinated declaration of independence, we expect the 
multiparty consensus in favor of independence and the KFOR 
and ESDP missions to hold. 
 
L'ultimo documento rigurda gli apprezzamenti e le sottili pressioni da parte dell''ambasciatore Joseph E. LeBaron al primo Ministro del Qatar Hamad bin Jassim Al Thanito:

"We encourage you to recognize an independent Kosovo, as Saudi Arabia and others have now done. We certainly appreciate your votes in favor of Kosovo in the IMF and World Bank. They are important precursors to formal recognition,  but when will you take that final step? "

lunedì 22 novembre 2010

L'ALBA DEI MORTI VIVENTI


Dal mese di ottobre il pubblico del Kosovo potrà deliziarsi con la lettura, in lingua albanese, dello storico "DYILAN DOG". Probabilmente dove non sono arrivati i tanti funzionari internazionali arriverà il detective privato a scovare malviventi e risolvere qualche enigma. L'Old Boy avrà tanto da lavorare, ma di sicuro il suo quinto senso e mezzo lo assisterà pure qui. L'ALBA DEI MORTI VIVENTI: il titolo vale da solo il prezzo di 1,49 euro. Anche il secondo numero, in edicola dal 17 novembre, non è da meno: Kthimi i vrasesit, Il ritorno degli assassini. 



 P.S.
Si sconsiglia la lettura di sera col freddo pungente e l'assordante rumore del generatore...

sabato 20 novembre 2010

TUVALU CHI?


Quanti di voi conoscono TUVALU? Se la vostra risposta è negativa non preoccupatevi, non siete i soli. Fino a ieri anch'io ignoravo la sua esistenza. 

Tuvalu, è una nazione insulare polinesiana situata nell'oceano Pacifico a metà strada tra le isole Hawaii e l'Australia. Lo stato comprende quattro isole coralline e cinque atolli con una superficie di appena 26  km² ed è il terzo paese meno popolato al mondo dopo Città del Vaticano e Nauru. In termini di grandezza fisica del territorio è il quarto stato più piccolo del mondo. Sempre secondo Wikipedia, Tuvalu è il secondo membro più piccolo delle Nazioni Unite. E qui veniamo al dunque. Lo staterello in questione è uno dei 192 stati membri che compongono l'Organizzazione delle Nazioni Unite e, come tale, siede nell'Assemblea Generale e dispone del diritto di voto alla pari di tutti gli altri stati aderenti. Due giorni fa (18 novembre 2010) l'isola di Tuvalu, con i suoi 12 mila abitanti, è diventando il 72° paese delle Nazioni Unite ad aver riconosciuto l'indipendenza del Kosovo. Con una nota la missione permanente di Tuvalu presso le Nazioni Unite ha informato il Ministero degli Esteri della Repubblica del Kosovo che il governo di Tuvalu ha riconosciuto il Kosovo come Stato indipendente  e sovrano.

mercoledì 17 novembre 2010

COALIZIONE PER LA DEMOCRAZIA

A settembre si era dimesso il presidente del Kosovo, Fatmir Sejdiu. All'inizio di novembre è stato sfiduciato anche il governo. Con molta probabilità il 12 dicembre si tornerà alle urne, ma questa volta pare che la società civile non vuole più stare a guardare e subire passivamente ogni diktat.  


Il 15 novembre più di 200 ONG kosovare si sono riunite ed hanno costituito la "Koalicioni për Demokraci" (Coalizione per la Democrazia) con l'obiettivo di rendere la società civile più  cosciente e coraggiosa, e i cittadini più attivi nei processi decisionali. Sejdi Demiri, uno speakers, ha affermato che la Coalizione si propone di difendere, rispettare e promuovere i diritti umani e le libertà.  Coalizione per la Democrazia non è un partito e non intende presentare suoi rappresentanti alle prossime elezioni; vuole invece, promuovere dibattiti, informare il cittadino-elettore e vigilare sull'operato dei partiti politici. Intende, anche, raccogliere i fondi per poter monitorare, con propri osservatori, quelle che sono le prime elezioni governative del Kosovo dopo l'autoproclamazione dell'indipendenza del 2008. Siamo ancora all'inizio e su questo fronte -il consolidamento della società civile-  c'è bisogno di lavorare ancora molto. Ma questo non ci vieta di essere fiduciosi.

giovedì 4 novembre 2010

VETEVENDOSJE: IL MOVIMENTO CHE VUOLE DIVENTARE UN PARTITO


Lo scorso 28 ottobre la direzione del movimento Vetevendosje (autodeterminazione, in lingua albanese) ha presentato il suo programma politico.

"Vetevendosje ha sempre lavorato dal di fuori delle istituzioni perchè non vuole omologarsi nè restare schiacciato dai pesci più grossi che dimorano nei palazzi del governo". E' passato meno di un anno da quando Albin Kurti, leader del movimento, ha rilasciato queste dichiarazioni e Vetevendosje ha deciso di cambiare pelle e trasformarsi in partito politico. Il programma presentato la settimana scorsa ha due priorità fondamentali: la costruzione dello stato e lo sviluppo socio-economico. Lo state building è inteso come soggettività, democrazia, giustizia e cittadinanza, mentre lo sviluppo socio-economico nelle intenzioni di Albin Kurti deve includere la creazione delle capacità produttive e un'equa redistribuzione della ricchezza per aumentare il benessere. Il programma si compone di 100 articoli (consultabile qui in lingua albanese) che contengono i principi e le priorità del movimento Vetevendosje. Al centro di quello che definiscono "stato attivo sovrano" c'è il popolo, fonte della sovranità. La presenza internazionale, con le loro tante agenzie, da sempre percepite dal movimento come macchina sperperatrice di denaro e corruzione, può continuare ad operare "a condizione che lavori in partenariato con il Kosovo, come stato sovrano, così come avviene negli altri paesi". Nel manifesto politico non mancano i richiami albanofobi e populisti: "Questo stato sovrano riconosce la Costituzione come lotta del popolo kosovaro-albanese per la libertà".  L'identità dello Stato, secondo la concezione di Vetevendosje, viene espressa dai simboli dell'identità nazionale albanese. Quello che potrebbe, però, creare non poche discussioni e risvegliare antichi fantasmi è la parte del documento che afferma "il Kosovo avrà il diritto di unirsi pacificamente e di concerto con l'Albania attraverso un referendum, qualora le rispettive popolazioni si esprimessero in tal senso". Inutile dire che "in tutto il territorio del Kosovo saranno garantiti i diritti umani fondamentali, quelli delle varie minoranze nazionali, religiose e culturali". Altro passaggio importante che viene menzionato nel programma-propaganda è quello che riguarda "i crimini commessi durante l'ultima guerra, la criminalità organizzata e le violazioni della sovranità da parte della Serbia con le sue illegali strutture parallele". L'opposizione "all'autoritarismo di Unmik", da sempre bersaglio di Vetevendosje, e la spinosa questione del nord del paese, si materializzano nel programma: "provvederemo a rimuovere il piano Ahtisaari che divide il Kosovo su base etnica e sostituire questo decentramento con un altro sistema basato sui diritti e i bisogni dei cittadini, rafforzando il potere di controllo del governo locale". E ancora "Siamo impegnati a rimuovere le strutture parallele della Serbia e stabilire il controllo delle frontiere al gate 1 e 31, nella parte settentrionale del paese. Restiamo contrari a qualsiasi tipo di statuto speciale per il nord del Kosovo. Abbiamo intenzione di investire nel rilancio della capacità industriale di Mitrovica, al fine di creare posti di lavoro e aumentare il benessere della gente". Tutela dei diritti umani, della proprietà, misure economiche, sviluppo, difesa militare, welfare, istruzione, politica estera e integrazione UE, non manca proprio nulla e tutto sembra filare liscio. Peccato che l'unica nota fuori luogo sia proprio questo manifesto politico.


lunedì 1 novembre 2010

BUONE NUOVE


PRISTINA 02/07-11-2010

Prishtina Jazz Festival, acclaimed to be one of the most important cultural events in the country, has managed to bring famous and important artists of the world, has stimulated and encouraged the development and improvement of local jazz scene, has continuous collaboration and cooperation with international artists, associations and festivals, and, has found its place in the network of european and world jazz festivals. Today, nearing the sixth edition of Prishtina Jazz Festival we are happy to introduce new ideas on making the festival better, new ideas that will have a stronger impact and stimulate more strongly the development of musical scene in Kosovo. Among those ideas, Youth Jazz Lunch Concert Stage will be introduced - a separate stage dedicated to young local and regional talents. They will be encouraged to write and perform their original pieces. Guest artist of the festival will have a chance to listen to these creations and comment, help and occasionally perform with these young musicians, which will undoubtedly stimulate and encourage them greatly.

KOSOVO: LA VOCE DEL CONIGLIO