Nei dieci mesi trascorsi dal dispiegamento ufficiale della missione europea, i rapporti tra Eulex (la Missione della EU) e le autorità kosovare sono stati segnati da un clima di sostanziale collaborazione, anche se non sono mancate le tensioni ancor prima del suo dispiegamento sul terreno: mi riferisco all’esplosione avvenuta a Pristina presso la sede dell’I.C.O. (International Civilian Office). Era la notte del 14 novembre dell’anno scorso quando tre tedeschi vennero colti sul luogo dell’attentato ed accusati di essere gli artefici. A far crescere la tensione nei mesi a noi più vicini è stata l'intenzione di Eulex, annunciata ad inizio agosto, di firmare un accordo con Belgrado per facilitare la collaborazione tra i rispettivi organi di polizia. Per Eulex l’accordo è di vitale importanza, un’ottima strategia per risolvere i problemi legati al crimine organizzato, il traffico di armi, droga e quant’altro in una zona molto calda. Una decisione condivisibile sul piano tecnico (è ora che le frontiere a Nord con la Serbia, veri e propri colabrodi, diventino degne di questo nome), ma fallimentare sul piano politico-diplomatico (l’accordo è stato raggiunto tenendo fuori il governo di Pristina). Le reazioni delle autorità politiche kosovare non si sono fatte aspettare. Il Presidente e il Primo Ministro del Kosovo hanno dichiarato più volte come non possa esserci nessun accordo senza il loro consenso e partecipazione nelle trattative e come le istituzioni kosovare non permetteranno a Belgrado di esercitare la sua influenza in Kosovo attraverso accordi e altri meccanismi. Pristina è arrivata a porre una condizione difficilmente accettabile per Belgrado, e cioè la firma all'accordo in cambio del riconoscimento. Pristina considera l’accordo lesivo della propria sovranità, sia perché le autorità kosovare sono state escluse dalle trattative, sia perché a livello politico l’accordo presupporrebbe lo scambio di informazioni con lo stato serbo, principale avversario dell’indipendenza del Kosovo. L’accordo in questione, che prevede lo scambio di informazioni e dati tra Serbia (polizia serba) ed Eulex, è un primo e decisivo passo in avanti della Serbia verso l’Europa. Certamente anche tra le istituzioni serbe non sono mancati i mal di pancia per la firma di questa collaborazione con Eulex. Per l’opposizione serba, infatti, raggiungere un accordo con Eulex significa anche accettare de facto il piano Ahtisaari e l’indipendenza del Kosovo in esso prevista (Kostunica è stato molto chiaro su questo). Questa evoluzione-involuzione dei rapporti tra Eulex, le autorità serbe e quelle kosovare, sta facendo da sfondo ad una situazione che in Kosovo si sta facendo pesante. Quello che si registrano in Kosovo, a Pristina, ma soprattutto nella calda cittadina di Mitrovica, sono le continue tensioni, molto spesso e per più di una volta, sfociate in veri e propri scontri con lancio di sassi e di ordigni, tra i due principali acerrimi nemici, ovvero tra serbi ed albanesi del posto. Questi scontri, avvenuti nel cuore dell’estate non si sono ancora arrestati. Il leitmotiv è l’autorizzazione da parte del governo di Pristina alla costruzione delle case degli albanesi che vivevano precedentemente nella zona a nord di Mitrovica. La diplomazia si era messa al lavoro per raggiungere un tiepido accordo di massima che prevedeva l’inizio della costruzione delle sole case nel quartiere di Kodra Minatore/Mikronaseljie parzialmente distrutte (ancora visibili) e per un numero limitato di esse. Parallelamente si doveva procedere con l’avvio dei lavori per la costruzioni di case serbe nella parte sud del Kosovo. Il fragile accordo ha retto poco. La vicinanza del nemico, le paure fomentate da questo o quel gruppo, gli incubi tra la popolazione generati dai nemici della pace duratura, hanno nuovamente riscaldato il clima a Mitrovica ed in Kosovo. In quella che dalla fine dei bombardamenti Nato è considerata la fortezza serba in Kosovo, in verità, le tensioni ci sono sempre state tutte le volte che si cercava di far dialogare le due parti in causa. Stessi incidenti si sono verificati a Suhadoll un altro quartiere a nord di Mitrovica, dove sono concentrate alcune famiglie albanesi. Il lancio di sassi è coinciso con l'avvio dei lavori per la costruzione della rete idrica nelle case degli albanesi. I lavori, bloccati per le continue tensioni e proteste dei vicini serbi, non sono ripresi neanche dietro le pressioni del sindaco di Mitrovica che ha cercato di coinvolgere Unmik e la Kfor. Se a Mitrovica il clima non è dei migliori, tensioni e malumori si registrano anche a Pristina. E’ sempre Eulex al centro dei problemi. Sono, per ora, sempre i ragazzi di Vetevendosje a creare scintille. Una presentazione fresca e assai colorita sul clima che si respira in Kosovo e sulla giornata che ha visto protagonisti gli attivisti del Movimento capeggiato da Albin Kurti, (che hanno preso di mira le autovetture di Eulex), è riportata su the nowhere man goes wild’s blog che vi invito a leggere. Il caldo delle tensioni a Mitrovica, peraltro ancora non risolte, le difficolta di Eulex ad operare sul terreno, i risentimenti tra la popolazione civile sempre più insofferente per le imposizioni che riceve dall'alto, le imminenti elezioni locali del 15 novembre e l'accesa battaglia per le presunte elezioni politiche nella primavera del 2010 (fortemente volute da Ramush Haradinaj) lasciano facilmente intuire che ci sarà un caldo autunno ad attenderci.
3 commenti:
ah! ah!
raffaele.. ma quando dici "la vicinanza del nemico alludi ai serbi" ??????
cioè.. i padroni di casa !!!
e poi sto kurti l'hanno già dinuovo rilasciato ??
io ero rimasta all'ultimo arresto !!!
belle organizzazioni ci sono in kosovo..
strano che non hanno ancora rivendicato diritti a bruxell !
http://www.samopravo.net/2009/08/25/spacco-tutto/
Si, mi riferisco ai padroni di casa, precisamente ai proprietari albanesi che hanno le case vicino ai serbi e ai proprietari serbi (non tutti lo sono!) che convivono con il vicino albanese.
e perchè li chiami nemici ?
forse non ho capito cosa volevi dire
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